È un inconveniente – se così si può dire – che capita soprattutto alle donne sportive. Si chiama diastasi dei retti e consiste nell’allontanamento dei muscoli verticali dell’addome da quella che è la linea mediana.
Il problema si può verificare dopo una o più gravidanze: la pressione provocata dal “pancione” provoca infatti un distanziamento della muscolatura che diventa estremamente visibile dopo il parto. Molte donne si rivolgono a me, lamentando un problema estetico: la parte centrale dell’addome troppo rilassata, un rigonfiamento molto visibile che le fa sembrare di nuovo in dolce attesa, le fasce muscolari che assumono una forma “strana”, come se fossero le tende di un sipario. A tutte loro spiego che non è solo una questione di “bellezza”, il problema deve essere affrontato per evitare possibili ripercussioni anche sulla salute e sulla funzionalità degli organi. La distasi può provocare infatti dolori lombari, instabilità del bacino, incontinenza urinaria, sensazione di perenne pancia gonfia.
La buona notizia è che esiste più di un’alternativa
Se la distanza di queste fasce muscolari è inferiore ai tre centimetri, è infatti possibile tentare un intervento di recupero soft, praticando una ginnastica ipopressiva. Si tratta di esercizi mirati che, lavorando in modo corretto sulla muscolatura, la aiutano a ritornare nella posizione originaria, rioccupando lo spazio perduto. Il percorso di recupero non può essere improvvisato, ma è opportuno farsi seguire da un esperto. Da alcuni anni, ho attivato una collaborazione con Silvia Tozzi, che ha maturato una lunga esperienza in questo ambito: si tratta di una professionista a cui sono legata da un rapporto di amicizia. Sotto la sua guida, molte donne sono riuscite a superare il problema.
Non sempre, però, la ginnastica è sufficiente. A volte la strada da percorrere è quella di un intervento chirurgico. Prima di decidere per questa opzione, effettuo sempre una valutazione ecografica per avere un quadro il più accurato possibile della situazione. Se la distanza dei muscoli è superiore ai tre centimetri, è opportuno procedere con un intervento di addominoplastica o mini addominoplastica.
Non si tratta di una operazione particolarmente complessa: si tratta di scollare la parete addominale e di suturare i muscoli retti dell’addome tra di loro sulla linea mediana, riposizionando,se necessario l’ombelico. In alcuni casi può essere necessario anche rimuovere la cute in eccesso asportando una losanga di cute e grasso della parte inferiore dell’addome comprendente l’ombelico riposizionandolo in modo che ritrovi la sua centralità. In questo caso si parla di addominoplastica con sutura dei retti.
In altri casi, quando non c’é eccesso di cute, si esegue la sutura dei muscoli attraverso una piccola incisione, di solito un pochino piú lunga del cesareo, Si asporta una piccola quantitá di cute e non si sposta l’ombelico. Questa é la mini addominoplastica con sutura dei retti.
L’intervento è risolutivo ma alle mie pazienti consiglio sempre di prendere in seria considerazione l’ipotesi di affrontare un percorso di riabilitazione post operatorio.
Anche in questo caso la ginnastica ipopressiva si rivela un’alleata preziosa per educare la parete addominale, perineale e la schiena. Attraverso gli esercizi mirati questi muscoli imparando a svolgere una azione di contenimento e mantengono per sempre il risultato ottenuto con la chirugia. Le mie pazienti mi raccontano di aver ottenuto uno stato di benessere sia estetico che funzionale dell’addome ma anche del perineo, della continenza e della postura.

